POINTS DE VUE - Ultimo episodio
E' GIUNTO IL TEMPO DELLA LIBERAZIONE
L’esperienza che abbiamo vissuto in questi tempi, forse ci aiuta a capire meglio come, Andrè Breton, dopo aver prestato servizio come attendente medico al reparto malati per traumi di guerra di un ospedale di Parigi ed aver assorbito l’idea della vita come serie di shock imprevedibili e incontrollabili dall’amico Jacques Vaché, sia giunto a fondare il movimento surrealista: voleva liberalizzare l’automatismo psichico puro, la produzione/creazione senza il controllo della ragione.
Il primo libro scritto da Breton s’intitola Nadja: la citazione, in questo caso, non è dovuta solo a ragioni narcisistiche, ma soprattutto al fatto che Nadja in russo significa speranza, sentimento che ci accomuna in questo tempo presente.
Di questo libro, qui potete trovare on line l’edizione integrale del 1960.
Il libro è in inglese, ma se non volete leggerlo, potete sfogliarlo per guardare le immagini che alimentarono lo spirito del movimento.
Come scritto nella copertina del libro, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1928, Nadja è il primo e forse migliore romanzo surrealista che sia mai stato scritto, costruito come una trama di casi oggettivi.
La Nadja del libro è una ragazza (realmente esistita e finita in una clinica psichiatrica che Breton realmente conobbe) e rappresenta il modo in cui le cose accadono. E’ uno stato della mente, una sensazione della realtà, una sorta di visione.
E’ una ragazza “meravigliosamente libera da ogni riguardo per l'apparenza che disprezza allo stesso modo della ragione e della legge”, come l’ha descritta Simone de Beauvoir.
Con questa straordinaria immagine di irriverenza, che non posso non abbinare, per la sua carica altrettanto provocante, al tango che accompagna il film di Bunuel “Un Chien Andalou” -ne potete ascoltare un estratto qui, unitamente ad altri registrazioni surrealiste-, concludo questo percorso, nell’auspicio che quest’esperienza finisca per avere un effetto liberatorio anche per noi.
POINTS DE VUE - Last Episode
IT IS TIME TO FREE US
The experience we have been through lately can maybe help us to better understand how Andrè Breton started the cultural movement Surrealism, after having served as a medical assistant in the department for the treatment of the war trauma disorder of an hospital in Paris and having been in touch with the idea of life as a series of unpredictable and unrestrained shocks, advocated by his friend Jacques Vachè: he wanted to free pure psychic automatism, the creation without control by the reason.
Breton’s first book is titled Nadja: the quote is not only due to narcissistic reasons, but also because of its meaning as hope according to Russian language, a feeling that is common to all of us.
You can have a look a the 1960 edition of this book here -it takes a while to get it).
The book is in English, but if you do not have time to read it, you can still have a look at the images of it that nurtured the spirit of the movement.
Nadja is the first and perhaps best Surrealist romance ever written, as you can read on the cover of the book, based on a sequence of objective cases.
The Nadja of the book is a girl (she really existed and ended up in a psychiatric clinic that Breton really knew) and shows how things happen.
She is a state of mind, a feeling about reality, a kind of vision. Yet she is “wonderfully free from all regard for appearance that she scorns reason and law alike”, as Simone de Beauvoir described her.
This extraordinary imagine of irreverence, that I cannot help to match, because of its provocative feature, with the tango from Bunuel’s movie “Un Chien Andalou” -you can listen an excerpt here with other surrealist recordings-, is my way to end this journey, hoping that this experience can also free us.